LA DONNA MULTITASKING? MEGLIO DI NO...


ORE 7:32
Devo alzarmi, ma il mio corpo non risponde. Avrò un deficit neurologico? Mah...
ORE 7:34
Ok, ora vado. Voglio fare le cose con calma e non ridurmi all'ultimo momento, come al solito.
Adesso mi alzo, una sana colazione, porto Marlon al parco, faccio partire la lavatrice, stiro la camicia a fiorellini blu, pulisco il bagno, mi preparo il pranzo e vado in ufficio. Ok, cosa ci vuole?
ORE 8:05
OHHHHHHH MERDA!!!!!!!
ORE 9:35
UFFICIO
Uhm, questa storia che le donne siano multitasking per me è una grandissima stronzata.
A me sembra semplicemente una trovata maschile per giustificare il fatto che noi DOBBIAMO fare mille cose nello stesso momento e loro no. Che poi, agli uomini piace davvero la wonder woman? Non ne sono così certa...

Prendete la mia ex amica Tracy, vi ho mai parlato di lei? No, non credo, trattandosi appunto di una ex amica.
Comunque, conosco Tracy dai tempi delle elementari. Era la classica bambina bella, intelligente e di buonissima famiglia. Insomma, già a sei anni era una stronza colossale.
Ad esempio, a scuola avevamo l'obbligo del grembiule blu. Una tristezza infinita per me che già allora amavo la moda alla follia e compravo Vogue al posto di Topolino.
Ecco, Tracy non aveva un grembiule, ma un pezzo di haute couture. Era corto con un bordino di pizzo di un tono più scuro e un gran collo sul quale si appoggiavano dolcemente quei suoi setosi capelli biondi. Sembrava una di quelle baby modelle appena uscite da Vanity Fair. Ovviamente lei non comprava i grembiuli nella merceria di fianco alla scuola, ma direttamente da Armani. Devo continuare?
Finite le elementari, mi sono ritrovata Tracy in classe alle medie e poi, incredibilmente, anche alle superiori. E più passava il tempo, e più i suoi voti si alzavano e lei diventava sempre più bella e sexy.
Insomma, quella è stata la mia spina nel fianco per più di un decennio.
E io, che a dire la verità non sono mai stata una grande furba, invitavo sempre Tracy a casa mia per la merenda o alle varie feste di compleanno, con il risultato di passare il pomeriggio a fare da cameriera a lei e a tutti i maschi che ovviamente le stavano appiccicati addosso come api sul miele.
La nostra strana amicizia si è interrotta in terza liceo, quando quella zoccola mi ha fregato il fidanzato, o meglio, lui non sapeva di esserlo, ma per me faceva lo stesso.
Si chiamava Leopold Barnett, detto Leo ed era perfetto. Bello, sportivo, intelligente e simpaticissimo. Insomma, per me era il principe azzurro in persona.
Avevo confidato a Tracy il mio amore per Leo e quella serpe aveva finto che non le piacesse affatto, anzi, mi dava addirittura consigli su come sedurlo. "Devi fingere disinteresse, Olly... Devi mettere un po' di rossetto Olly... Devi indossare una gonna più corta, Olly..."

Fino a quando un giorno si è offerta di andare a parlargli per combinarmi un appuntamento.
Il risultato? Due settimane dopo si sono fidanzati, come da copione.
Ovviamente io non le ho rivolto più la parola e, dopo l'esame di maturità, le nostre vite si sono definitivamente separate.
È stato solo qualche anno fa che ho letto per caso il suo nome su una rivista che la descriveva come una delle giovani donne più influenti del nostro Paese. Tracy è diventata l'amministratore delegato di una grande multinazionale nel settore dell'energia. 
L'articolo raccontava di come fosse riuscita a sposarsi, fare carriera e avere due figli. Malauguratamente il marito, Leopold Barnett, sentendosi trascurato dalla moglie ed esasperato dall'ossessione di Tracy per la perfezione, l'aveva lasciata due anni prima per la baby sitter.
La vita è una ruota, lo dice sempre Nonna Bonnie...

Commenti